1) Che cosa si intende per "Tape elastico neuromuscolare"?
E' una tecnica di bendaggio adesivo elastico che, attraverso un effetto terapeutico muscolare, stimola le normali capacità di autoguarigione del corpo
2) A volte si parla di "tape kinesiologico", perchè?
"Kinesi" in greco antico significa "movimento" e la scienza kinesiologica, infatti, è lo studio dei movimenti del corpo umano. Le tecniche di tape elastico neuromuscolare si basano su queste conoscenze e hanno come obiettivo quello di facilitare il naturale e libero movimento del corpo umano ed è per questo motivo che ha trovato immediata applicazione in ogni disciplina sportiva.
3) Si vedono, infatti, sempre più sportivi farne uso. E' una tecnica adatta solo per questo tipo di attività?
Queste tecniche sono applicabili su qualsiasi soggetto per qualsiasi attività proprio in virtù della filosofia di base che esalta le potenzialità autocurative del nostro corpo. Il bendaggio non è una terapia in se ma è associato al normale trattamento fisoterapico prolungandone l'effetto benefico e aumentandone l'efficacia. E' dunque adatto per qualunque situazione: per lenire dolori dovuti ad attività quotidiane e corregere abitudini e posizioni sbaglaite, per gli anziani e per il recupero da traumi e distorsioni, per gli sportivi professionisti e dilettanti e per i trattamenti post operatori. Non ci sono limiti prestabilti di applicazione!
4) I nastri che vengono utilizzati contengono dei farmaci?
Assolutamento no! Non ci sono nè farmaci nè medicamenti di nessun tipo. Il tape elastico neuromuscolare sfrutta esclusivamente la sollecitazione biomeccanica dei tessuti muscolari e linfatici.
5) L'applicazione del tape possono può allergie o irritazioni della pelle?
No perchè i materiali con i quali sono realizzati sono ipoallergenici e non sono mai stati riscontrati effetti collaterali. Naturalmente l'applicazione deve avvenire sulla pelle sana e non su ferite aperte, su lesioni cutanee o dermatiti.
6) Il tape elastico neuromuscolare è simile alle altre tecniche di bendaggio?
Con il termine "bendaggio" si intendono varie tecniche concepite e sviluppate negli utlimi anni nel campo della medicina sportiva, come il "bendaggio funzionale" e il "bendaggio elastocompressivo" ma queste sono molto diverse dal tape elastico neuromuscolare in quanto sono di tipo contenitivo, limitando i movimenti nell'ottica di una riduzione dei tempi di recupero di un evento traumatico o distorsivo (per quanto riguarda il "bendaggio funzionale") e per il trattamento di lesioni cutanee, edema e ulcere (per quanto riguarda invece il "bendaggio elastocompressivo") .
E' lo specialista che deve decidere quale tecnica è più adatta ad uno specifico caso.
7) Posso applicarmi da solo il tape? Si parla di "auto guarigione" quindi si intende "auto medicazione"?
NO! Il tape non è un dispositivo di auto medicazione. Solo professionisti che si sono appositamente formati sanno come utilizzarlo in modo corretto. Bisogna ricordare, soprattutto, che le applicazioni sono associate ad un trattamento fisoterapico specifico e servono per aumentarne l'efficacia e i benefici.
Chiedi maggiori informazioni al tuo fisoterapista e non esitare a scriverci
8) Ci sono molte marche diverse di tape, ci sono differenze?
Si, la qualità dei materiali è molto importante. Queste tecniche si stanno diffondendo rapidamente e il mercato è ancora giovane per cui gli standard di produzione non sono ancora elevati e si assite purtroppo a qualche "improvvisazione". Bisogna stare molto attenti nella scelta del prodotto da utilizzare valutando le caratteristiche più importanti. Un tape di qualità deve essere della giusta elasticità e consistenza, resistente all'acqua, ipoallergenico, leggero e traspirante, e tutto il processo di produzione deve essere certificato!
9) Perchè i tape hanno diversi colori? Ci sono differenze terapeutiche?
No, il colore non incide sulle proprietà del tape. Il loro diverso impiego è dovuto a scelte cromaterapiche o, se le circostanze lo richiedono per le preferenze e il gusto personale del paziente. Ad esempio il tape color carne può essere molto utile nelle situazioni in cui si preferisce che il trattamento non sia appariscente mentre, al contrario, colori più accesi possono abbinarsi meglio alla propria tenuta sportiva.
10) Che si intende con "effetti cromoterapici"?
Indossare un certo colore può avere un effetto sulla produzione di ormoni quali la serotonina e la melatonina che a loro volta influenzano il nostro umore, per cui, ad esempio, il rosso ha una funzione facilitante, il blu invece inibitoria, il giallo incrementa il tono muscolare, il nero intensifica l'effetto degli altri colori.
11) Quali sono i principali campi di applicazione?
Le tecniche di applicazione del tape elastico neuromuscolare sono particolarmente efficaci per alleviare il dolore dovuto a infiammazioni, traumi e contratture, per ripristinare la giusta tonicità dei tessuti e il correto funzionamento delle articolazioni. Il campo delle applicazioni è molto vasto e comprende anche il linfodrenaggio con un'azione decongestioannte dei fluidi corporei che permette migliore riabilitazione e decorso post operatorio, più tutta una serie di applicazioni specifiche per trattare problemi particolari come la sindorme molto diffusa del tunnel carpale.
12) Queste tecniche sono in evoluzione? Si fa ricerca?
Si, è un campo relativamente nuovo, estremamente affascinante e promettente. Viene fatta molta ricerca, sia teorica che empirica e il dibattito all'interno della comunità medica e scientifica è vivace. Essendo delle tecniche ancora "giovani" i professionisti devono scegliere la corretta formazione, evitando improvvisazioni, e partecipare attivamente al processo di comprensione e diffusione di questa metodologia. Anche i pazienti hanno un ruolo molto importante, innanzitutto pretendendo dai loro specialisti di fiducia che acquisiscano le necessarie competenze e che si tengano aggiornati costantemente visto la rapida evoluzione di questo ambito terapeutico.
13) Chi ha ideato queste tecniche?
Le idee e la filosofia alla base provengono dalla chiropratia giapponese. Il primo a svilupparle fu il dottor Murai negli anni Settanta, il quale cercava di applicare i bendaggi in modo che facilitassero e non impedissero i movimenti.
Questa impostazione è stata ripresa negli anni Ottanta dal suo collega il dottor Kenzo Kase che ha sistematizzato il metodo e approfondito sia la ricerca empirica di nuove applicazioni che lo sviluppo dei materiali adatti.